“Fuori, l’aria sembrava liquida, appiccicosa come melassa, e dentro di lui qualcosa cominciava a sciogliersi piano piano, come se il caldo lo spogliasse dei pensieri, lasciando spazio solo al corpo, al desiderio vago e indefinito di qualcosa che non sapeva ancora nominare.”
Truman Capote, Altre voci, altre stanze, 1948
C’è un momento, in estate, in cui smetti semplicemente di combattere contro il caldo e tutto quello che indossi ti sembra superfluo. Anche i pensieri. Anche le buone maniere.
Succede ogni anno, puntuale come le zanzare e gli amori fugaci: il sole non perdona, la pelle s’incolla alle sedie, il cervello si scioglie, e all’improvviso il bisogno muto di togliersi i vestiti, di restare nudi, non solo per il caldo, ma per un’urgenza più profonda, viscerale. In quei giorni – quelli che cominciano troppo presto e non finiscono mai – il desiderio galleggia nell’aria come il sudore sulle tempie.
Lo sfiorare di un braccio, il passare distratto delle dita sul collo – sembrava già un invito, una promessa, o forse un rischio. Qualcuno ti guarda, e tutto, improvvisamente, è un po’ più ambiguo, un po’ più promettente.
Il caldo d’estate ha questo potere. Ti toglie le forze, la voglia di parlare, la pazienza – e, a un certo punto, anche i vestiti.
E le notti? Ancora peggio. O meglio, dipende dai punti di vista. Sono più calde, più lente, più sfacciate. Il sonno si arrende, i vestiti pure. E resta solo quella voglia antica, semplice, inevitabile: irragionevole bisogno di qualcosa di bello, di proibito, di sfacciatamente erotico.
Buona calda estate.







Photography and Styling Alex Vaccani with Alessandro Marzo
Model Alessandro Guarino